Lavoratori IT, paghe e lavori e OpenSource

Io sono uno dei tanti che lavora nel mondo informatico, più precisamente chiamato "IT".

Sono uno di quelli che vede avvolte anche con molto pessimismo, un italia che non da il giusto valore all’informatico.

Come scrive anche Giuseppe Cubasia nel suo blog, l’informatica è vista come un costo in un azienda, e non come un valore aggiunto, quindi si tende a risparmiare il più possibile, a scapito dei lavoratori.

Io amo l’opensource, utilizzo Linux e ne sono molto felice, utilizzo anche microsoft, più che altro per questioni aziendali, infatti 9 clienti su 10 su cui ho lavorato, utilizzano microsoft.

Si tente sempre a fare il classico confronto del tipo: Un meccanico o ancora meglio un dentista, guadagna molto di più di un informatico,e altri discorsi simili per far capire che l’amico informatico ti fa il lavoro gratis perchè ha la passione, invece il meccanico lo devi pagare perchè si sta sporcando le mani.

Io penso che un pò (noi informatici) sia per una giusta causa, ce la siamo anche cercata.

 

Un dentista non crea delle dentiere gratuite accessibili a tutti, altrimenti nessuno più lo pagherebbe… Nessuno crea delle macchine open gratuite, altrimenti le case costruttrici di macchine fallirebbero ben presto… Arrivi nella sezione IT e cosa trovi?

Software open, gratuito accessibile a tutti, software anti microsoft e anti tutte quelle aziende che hanno sollevato un grande business grazie a soluzioni IT funzionanti.

Io da programmatore vedo questa faccenda in 2 luci diverse:

Da una parte vedo l’opensource come il futuro, non paragonerei mai la rete a una dentiera, la dentiera è una cosa, la rete fa parte ormai di vite parallele e deve rimanere libera, accessibile e più gratuita possibile.

Dall’altra parte, guardando le mie tasche, vedo che tutto questo non giova a livello di soldi, certo puoi vendere la tua assistenza a prodotti gratuiti ma non la vedo come una cosa che ti possa garantire stabilità economica.

Quindi … Da utenti è meglio la cosa gratuita… Ma per chi ci passa mesi a sviluppare un prodotto, e con quel prodotto ci deve campare, come un muratore che ci costruisce una palazzina… Quanto deve essere gratuita sta cosa? 

E’ anche vero che tanti utenti che utilizzano prodotti a pagamento, alla fine non li pagano, e utilizzano versioni crakkate, ma è giusto tutto questo?

Commentate pure. 

4 responses to “Lavoratori IT, paghe e lavori e OpenSource”

  1. Dominus

    Ecco, l’idea di rendere il software libero per l’utente e a pagamento (con relativa assistenza) alle aziende che ci lucrano sopra, allora la vedo come una cosa equilibrata.

    Dominus

  2. Cubasia

    Mi piace dare un nome alle cose.
    Se faccio qualcosa e non mi pagano per farlo, sto facendo un Hobby, cioè realizzo una passione.
    Se faccio qualcosa e mi pagano faccio un lavoro, cioè vendo il mio tempo per denaro.

    Se poi quello che realizzo per Hobby diventa un valido strumento che posso utilizzare al posto di ciò che posso comprare per denaro, è un altra cosa.

    (Insomma è come farsi un tavolo e comprare un tavolo già fatto).

    Free Software è una filosofia, non un business.
    Indica che è la conoscenza il vero divario tra i popoli e la conoscenza deve essere libera. E’ forse un caso che non ci sia una sola televisione occidentale (o giornale) in lingua araba?

    Personalmente mi piacerebbe che ci fosse una fabbrica di Free software sponsorizzata dagli Stati, ma questo significa mettersi contro chi ha il potere economico, qui come in altri settori (bancario, energetico,ecc,ecc,).

    Ad ogni modo, personalmente, la strada penso sia segnata, ed a poco a poco il software proprietario morirà, ma fino all’avvento di HAL 9000 non moriranno gli informatici.

    Ahh, per essere esplicito, io penso che, se non usato a fine di lucro e solo per uso privato, ogni cosa protetta dal diritto d’autore dovrebbe essere libera, o liberarsi in un tempo breve, perchè solo con una maggiore e condivisa conoscenza il mondo progredisce.

  3. Dominus

    Ti ringrazio,
    almeno nella mia situazione, dove c’è un azienda che mi versa lo stipendio,e nello stesso tempo trovo il “tempo” per sviluppare free software, diciamo che si può fare.
    Ma se un giorno, il lavoro che faccio a casa fosse l’unica fonte di guadagno, e a casa avessi dei bambini da sfamare, mi spiace tanto, ma quello che faccio va pagato.

  4. Collettivo VV

    Abbiamo discusso tra di noi proprio recentemente riguardo a questo argomento, sulla giustizia dell’open source e quant’altro. Devo dire che concettualmente l’open source non mi è mai piaciuto tantissimo, preferendo io (e parlo a nome del Collettivo) quelle realtà che vanno sotto il nome di Free Software e si rifanno alle idee di Stallman. Il monetizzare una questione cruciale e così delicata come la tecnologia informatica e soprattutto lo sviluppo di software è una scelta rischiosa ma soprattutto non confacente alle realtà stesse dello sviluppo di tecnologie, che vede nella cooperazione e non nella concorrenza l’unica via possibile.
    D’altra parte il problema esposto sopra, riguardante le tasche di chi poi impiega tempo per la programmazione e alla fine deve pur comprare da mangiare, è un grosso ostacolo allo sviluppo totale del FreeSoft come piattaforma base per ogni pc. Rimarrei sul non far pagare un software, in quanto, soprattutto ora, potrebbe essere controproducente. L’essenziale (e qui soprattutto in Italia ci sono grandi pecche) sarebbe avere una cultura sviluppata che farebbe capire alle persone che il soft che si usa è gratis, ma c’è chi ci lavora, e quindi ognuno nelle sue possibilità sarebbe giusto che si aiutasse economicamente il progetto.
    Dire che questa appena scritta è utopia (almeno attualmente) è un dato di fatto, ma lottare per farla diventare realtà sarebbe bello. Purtroppo vediamo un totale disinteresse nei confronti di argomenti del genere, e anche all’interno del famigerato “movimento”, le frange a nostro parere piu calssiche, vedono nell’informatizzazione del mondo un modello realmente orizzontale e vedrebbero scomparire la loro supremazia intellettuale. Proprio in questo ambito, la nostra esperienza, ci ha portato a conoscere realtà che si definiscono libertarie, anarchiche, democratiche, ma che in realtà si oppongono duramente a strumenti democratici come mailing list, blog, forum e quant’altro, indicando motivazioni di carattere intellettualefilosofico che realisticamente si potevano enunciare nell’800.
    Comunque pieno appoggio al freesoft e soprattutto a chi come te si sbatte per far continuare questo sogno, nella speranza che un domani potrai anche comprarci da mangiare.
    Solidarietà!