Trojan di stato, evitalo con Linux

Questo articolo tratto da punto-informatico.it , ci fa aprire ancora una volta gli occhi.

Il pericolo per l’utente che utilizza software a codice chiuso è alto, specialmente se si tratta della propria privacy.

Provate ad immaginare se un cracker prenderre pieno controllo sul trojan … Penso che mezza rete (per non dire l’intera) cascherebbe giù.

 

Si alzano nuovi lamenti sulla presunta blindatura di Skype:
il celeberrimo software VoIP, che raduna interessi e telefonate da
tutto il mondo, è tra i sistemi più invisi ai cybercop di mezzo mondo.
E in Germania se ne lamentano ora e sempre: intercettare le chiamate
effettuate via Skype è dura, al limite dell’impossibile, soprattutto
per i mezzi tecnici di cui dispone la polizia. E questa cosa,
evidentemente, deve cambiare.

Fin dai tempi della bufala dell’intercettazione delle chiamate Skype da
parte delle autorità cinesi, la questione ha circolato negli ambienti
dell’intelligence. Tutto si può fare, viene detto, ma certo rilevare i
contenuti di una chiamata da un cellulare è roba da ragazzi, anzi è
roba che ormai viene fatta in automatico in buona parte del mondo
cosiddetto civilizzato. Rilevare i contenuti di una conversazione
Skype, invece, beh quello è un altro paio di maniche.

A piangere questa volta è nientemeno che Joerg Ziercke
(nella foto qui sopra), uno dei papaveri più importanti tra le forze
dell’ordine tedesche: è presidente dell’Ufficio della Polizia Federale,
BKA. A suo dire "la cifratura del software telefonico Skype ci sta
creando grandi difficoltà. Non lo possiamo decifrare. Ed è per questo
che ora parliamo di sorveglianza delle telecomunicazioni alla fonte, il che significa intercettare la fonte prima che la cifratura venga effettuata o dopo che il contenuto viene decifrato".

Skype dunque paradiso dei terroristi? Forse, utile ai finanzieri col
pallino dell’evasione fiscale? Anche. Ma di certo in queste ore può
essere brandito dalla BKA per chiedere nuovi e più ampi poteri di indagine.

Ziercke gioca bene il ruolo dell’illuminato. Spiega che non si sta chiedendo a Skype di fornire backdoor ai cybercop tedeschi
né ritiene che sia utile costringere Skype attorno ad un tavolo, perché
il risultato sarebbe colpire la competitività dell’azienda e questa non
è una bella cosa. E allora? Come si procede? Con nuovi strumenti di attacco.

In
particolare Ziercke cavalca il problema del VoIP cifrato spiegando
all’opinione pubblica tedesca che per poter effettuare le proprie
indagini, alle forze dell’ordine deve essere consentito di ispezionare online i computer dei sospetti. Si tratta di tecniche già applicate in quasi tutto il mondo occidentale, sebbene siano dichiarate soltanto negli Stati Uniti, procedure sulle quali la legge tedesca pone grandi limitazioni. Oggi infilare un cavallo di troia per favorire le indagini
nel computer di un utente sospetto non è cosa facile. La Germania, più
di altri paesi, ha un istituto garantista che tutela il cittadino,
qualcosa che deriva forse dal passato del paese e dall’esigenza di non
offrire troppo facilmente "backdoor" alle forze dell’ordine.

Eppure,
spiega il funzionario rispettoso del ruolo di mercato di Skype, tutto
questo deve cambiare, perché certe ricerche, certo "monitoraggio", sono
essenziali. Non che sia una dichiarazione sorprendente: se è vero che
molte informazioni vengono recuperate con il sequestro tout-court dei
materiali informatici degli utenti sospetti, è anche vero che poterne spiare le attività minuto per minuto promette risultati molto più efficienti e precisi.

Tutto questo secondo il capo di BKA non deve allarmare il pubblico,
perché non si ricorrerebbe all’inserimento di spyware e trojan sui
computer degli utenti in modo frequente. "Oggi – dice Ziercke – abbiamo
230 indagini aperte su islamici le cui attività ci risultano sospette.
Credo che in due o tre di questi casi noi vorremmo poter agire"
inserendo appunto sistemi di spionaggio da remoto sui loro computer.
Ciò consentirebbe, evidentemente, anche di conoscere i contenuti delle
conversazioni effettuate dal e con o in prossimità del sistema
intercettato, Skype o non Skype.

L’uscita di Ziercke non deve stupire anche per un altro motivo: si tratta di un tentativo di accelerare la proposta
che senza troppa pubblicità sta portando avanti il Governo tedesco.
Quella di una legge che introduca il "software per l’investigazione
forense", locuzione con la quale far passare il monitoraggio delle
attività online dei sospetti, proprio come già avviene
nel lander del Nord-Reno Westfalia. Una proposta difficile, da un lato
perché i criminali veri, o i terroristi organizzati, difficilmente
potranno essere ingannati da un malware governativo,
dall’altro perché coloro che cascheranno in "trappole" di questo tipo
saranno con ogni probabilità cittadini che non hanno granché da
nascondere. Il timore, evidentemente, è che dai pochi casi isolati di
utilizzo di questi strumenti si passi ad una sorveglianza generalizzata ben poco giustificabile.