Dopo la miriade di email inviate ai ladri del governo, nonchè nostri dipendenti, qualcuno si è pentito e forse la situazione si potrebbe aggiustare.
Questa è la risposta che ha dato Di Pietro:
"Sto ricevendo moltissime email e commenti di critica sul disegno di legge
“Nuova disciplina dell’editoria e delega al Governo per l’emanazione di
un testo unico sul riordino della legislazione nel settore editoriale”.
Una precisazione: il disegno di legge non è stato discusso nel Consiglio dei Ministri del 12 ottobre perchè presentato come provvedimento di normale routine.
Ho letto il testo oggi per la prima volta e la mia opinione è che vada immediatamente bloccato il disegno di legge che, nei fatti, metterebbe sotto tutela Internet in Italia e ne provocherebbe probabilmente la fine.
E’ una legge liberticida, contro l’informazione libera e contro i blogger che ogni giorno pubblicano articoli mai riportati da giornali e televisioni.
Io faccio parte del Governo e mi prendo le mie responsabilità per non aver intercettato il disegno di legge, ma per quanto mi riguarda questa legge non passerà mai, anche a costo di mettere in discussione l’appoggio dell’Italia dei Valori al Governo."
Questa è la risposta che ha dato paolo Gentiloni:
"L'allarme lanciato da Beppe Grillo e ripreso da molti commenti al mio
blog è giustificato: il disegno di legge sull'editoria, proposto dalla
Presidenza del Consiglio e approvato una settimana fa in Consiglio dei
Ministri, va corretto perchè la norma sulla registrazione dei siti
internet non è chiara e lascia spazio a interpretazioni assurde e
restrittive.
Naturalmente, mi prendo la mia parte di responsabilità
-come ha fatto anche il collega Di Pietro nel suo blog- per non aver
controllato personalmente e parola per parola il testo che alla fine
è stato sottoposto al Consiglio dei Ministri.
Pensavo che la nuova
legge sull'editoria confermasse semplicemente le norme esistenti, che
da sei anni prevedono sì una registrazione ma soltanto per un ristretto
numero di testate giornalistiche on line, caratterizzate da
periodicità, per avere accesso ai contributi della legge
sull'editoria. Va bene applicare anche ai giornali on line le norme in
vigore per i giornali, ma sarebbe un grave errore estenderle a siti e
blog
Ho sempre sostenuto questa tesi, sia in parlamento che nei
dibattiti pubblici (anche martedi scorso, rispondendo a una domanda di
Fiorello Cortiana).
Il testo, invece, è troppo vago sul punto e
autorizza interpretazioni estensive che alla fine potrebbero limitare
l'attività di molti siti e blog. Meglio, molto meglio lasciare le
regole attuali che in fondo su questo punto hanno funzionato.
Riconosciuto
l'errore, si tratta ora di correggerlo. E sono convinto che sarà lo
stesso sottosegretario alla Presidenza Levi a volerlo fare."
Questa è di franco Levi indirizzata a Beppe Grillo:
"
Niente, dunque, è stato ed è più lontano dalle nostre intenzione
della volontà di censurare il libero dibattito dei e tra i cittadini.
Ci
occupiamo di editoria persuasi che, nel tempo in cui viviamo, un
prodotto editoriale si definisca a partire dal suo contenuto
(l’informazione), e non più dal mezzo (la carta) attraverso il quale
esso viene diffuso.
Vogliamo creare le condizioni di un
mercato libero, aperto ed organizzato in modo efficiente. Per questo,
intendiamo, tra le altre cose, abolire la registrazione presso i
Tribunali sino ad oggi obbligatoria per qualsiasi pubblicazione e
sostituirla con l’unica e più semplice registrazione preso il Registro
degli Operatori della Comunicazione (Roc) tenuto dall’Autorità Garante
per le Comunicazioni (AgCom).
Anche su questo punto, da
lei particolarmente criticato e temuto, lo spirito della nostra legge è
chiaro. Quando prevediamo l’obbligo della registrazione non pensiamo
alla ragazzo o al ragazzo che realizzano un proprio sito o un proprio
blog. Pensiamo, invece, a chi, con la carta stampata ma, certo, anche
con internet, pubblica un vero e proprio prodotto editoriale e diventa,
così un autentico operatore del mercato dell’editoria.
Siamo
consapevoli che, soprattutto quando si tratta di internet, di siti, di
blog, la distinzione tra l’operatore professionale e il privato può
essere sottile e non facile da definire. Ed è proprio per questo che
nella legge affidiamo all’Autorità Garante per le Comunicazioni il
compito di vigilare sul mercato e di stabilire i criteri per
individuare i soggetti e le imprese tenuti ad iscriversi al Registro
degli Operatori.
L’informazione è un elemento prezioso e
decisivo per la democrazia e deve essere trattata con estrema
attenzione e rispetto. Per questo, ripeto – e non per sfuggire alle
nostre responsabilità –, pensiamo che sia bene, affidarsi ad autorità
che abbiano la competenza per regolare una materia così specifica e che
siano indipendenti rispetto ai governi e al potere politico."
L'unione fa la forza,e l'idea più insensata può essere l'arma migliore… Noi comunque teniamo le orecchie aperte.
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